Archiviata la pesante sconfitta casalinga, il Catanzaro di Vivarini è chiamato a rialzarsi in fretta e l’occasione al “San Nicola” è ghiotta per quanto difficile, soprattutto se si pensa alle sfide delle ultime stagioni in Lega pro. Durante il match vs i crociati, il Catanzaro oltre ad essere sostenuto da un pubblico meraviglioso di oltre 12 mila persone, ha subito una brutta perdita, quella di Mario Situm, uno dei pilastri della formazione giallorossa. L’ufficio stampa delle Aquile, dopo gli accertamenti approfonditi e la pronuncia del professor Mariani di Villa Stuart, ha comunicato che il calciatore rimarrà assente per i prossimi due mesi. Non pochi ma sicuramente meno di quanto si è temuto a ridosso dell’infortunio. Il tecnico abruzzese con questa assenza avrà diverse soluzioni tra cui lo stesso Brignola che ancora ad oggi non ha fatto vedere appieno le proprie potenzialità, oppure il giovane Stoppa qualora Vandeputte dovesse essere dirottato sull’altra fascia . In attesa del rientro dell’altro giovane esterno Oliveri dalla squalifica rimediata contro lo Spezia nel finale.
Come Match Analyst della redazione de IlGiallorosso.info, proverò nelle prossime righe ad analizzare tecnicamente e tatticamente il Bari, arrivato la scorsa stagione ad un soffio dalla serie A.
Alla prima stagione in Serie B, il Bari di De Laurentis si è mostrato incapace di chiudere le partite. Nell’attuale stagione, i galletti hanno dimostrato di essere dominanti e abili nel tessere trame di gioco rapide e incisive raccogliendosi dietro e aspettando l’avversario. Mister Mignani è un tecnico capace di tirare fuori dai suoi giocatori forze che neanche loro sono consapevoli di possedere, rendendoli pedine perfette di uno scacchiere costruito a immagine e somiglianza dei propri interpreti, senza inutili stravolgimenti di ruolo. Il Bari agisce molto centralmente, affidandosi alla tecnica dei suoi centrocampisti e alla rapidità dei fantasisti, oltre che alla loro abilità nello stretto. A tratti il gioco è davvero piacevole.
Focus su Dorval: il terzino francese si è distinto per grande attitudine difensiva e spinta offensiva, con un’inerzia sempre verticale e dinamica, mettendo a referto anche assist. Nel corso della passata stagione si è affermato più di una valida alternativa agli occhi del suo allenatore rubando il ruolo a Pucino.
In fase di non possesso la prima pressione viene effettuata vs contro uomo schierandosi con un trequartista che prende in carico la marcatura del play di centrocampo avversario e una coppia di attacco che pressa la linea di difesa avversaria come rappresentiamo in grafica.
Continuando ha parlare della fase di Non Possesso, il Bari si schiera con una linea a 4 occupando ampiezza tenendo stretti i due centrali di difesa. Corta anche la linea di centrocampo dislocata a 3 con due mediani di inserimento.
Focus su l’ex giallorosso Mattia Maita: è la mezzala destra del 4-3-1-2 disegnato da Mignani, ed è considerato l’elemento fondamentale della squadra biancorossa e forse il giocatore del Bari più forte in senso assoluto. Bravo nel dribbling e dotato di un ottimo cambio passo, la sua assenza dal rettangolo di gioco può divenire causa di enorme fatica per i suoi compagni, anche in considerazione delle spiccate doti difensive che lo contraddistinguono.
L’ultima immagine è riservata alla palla inattiva a sfavore. Il Bari difende la propria porta con 10 uomini dentro la propria aerea di rigore “precisiamo che il match era in trasferta vs il Pisa, in casa potrebbero adottare uno schema differente”. Il disegno dello schieramento è: un uomo collocato sul vertice, un secondo sul palo e cinque sulla linea dell’area piccola, restano alti all’altezza del dischetto dell’area di rigore due uomini per eventuali contropiedi, anche se il compito è quello di proteggere in quella zona di campo la propria porta dall’avversario di turno.
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