Leonardo Menichini torna al "Ceravolo" in occasione della gara contro il Monterosi domenica prossima. L'ex gloria del Catanzaro, ora mister del Monterosi Tuscia, per tanti anni è stato vice di Carlo Mazzone, dal 1991 al 2003 (Cagliari, Roma, Napoli, Bologna, Perugia e Brescia) al quale è legato sin dall'esperienza di giocatore, stagione 1978-79 nel Catanzaro degli anni d’oro nella massima serie. E all'ex allenatore delle Aquile, Menichini è vicino anche per l'episodio che tutti ricordiamo, la "folle" corsa di Carletto Mazzone, allora tecnico del Brescia, sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta. Ad osservare bene le immagini, alle sue spalle c’è il suo secondo storico di quegli anni, proprio Leonardo Menichini, che nell'occasione cerca di fermarlo. Era il 30 settembre 2001: Brescia-Atalanta, un match passato alla storia non tanto per lo spettacolare 3-3 in quello che è stato – e rimane – uno dei derby lombardi più sentiti, ma per la storica, folle, incredibile corsa che Mazzone, all’epoca 64enne, fece sotto la curva destinata ai tifosi atalantini dopo il gol del pareggio del suo Brescia, arrivato ben oltre il 90′. Uno scatto di un centinaio di metri che chiunque seguisse il calcio in quegli anni non può aver dimenticato. Così Mazzone commentò a distanza di anni l'episodio, tirando in ballo proprio il suo vice:<<Capii che non era solo un’offesa nei miei confronti, ma una cattiveria gratuita che mi colpiva negli affetti più profondi. Dissi al mio vice Menichini proprio queste parole “Nun ce sto, nun ce vedo più, me stanno a fà impazzì de rabbia” e una volta segnato il pareggio in pieno recupero, partii…>>.
A Catanzaro Menichini come giocatore arrivò nell’estate del 1978, quando il Presidentissimo Nicola Ceravolo, deciso più che mai a costruire una squadra che centrasse finalmente la prima salvezza in Serie A, lo acquistò dalla Roma insieme ad altri cinque calciatori provenienti da squadre della massima serie e quindi – come si suol dire – d’esperienza: Massimo Mattolini, portiere proveniente dal Napoli, Maurizio “Ramon” Turone e Giuseppe Sabadini, difensori provenienti dal Milan, Piero Braglia, centrocampista proveniente dalla Fiorentina e Angelo Orazi, altro centrocampista proveniente dal Pescara appena retrocesso in B ma con trascorsi importanti nel Verona e nella Roma. Tutti giocatori di livello qualitativo e tecnico superiore, alcuni dei quali sono rimasti legati al Catanzaro e inamovibili in una potenziale “hall of fame” giallorossa. E così è anche per lui, Leonardo Menichini, nato a Ponsacco (Pisa) l’11 dicembre 1953. Nella stagione irripetibile dei difensori puri del calcio italiano, Menichini giocò alternativamente nei due ruoli chiave della difesa, quelli dello stopper e del libero, e sempre con piena affidabilità.
Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, a Catanzaro cui giocò 52 partite fra il 1976 e il 1978. E si impose facilmente da titolare dove fra il 1978 e il 1981 – probabilmente fra gli anni più belli della storia delle Aquile – disputa ben 73 gare di campionato, fra cui Roma-Catanzaro 1-3 in cui darà un grosso dispiacere ai suoi ex compagni giallorossi capitolini. Dopodiché, nel 1981, Carlo Mazzone, da suo ex allenatore al Catanzaro, lo chiama nell’Ascoli dove resterà fino al 1985, concludendo poi la sua carriera nella Triestina in Serie B.
Oggi arriva da allenatore avversario, ma è rimasto sempre legato ai colori giallorossi e il pubblico non lo ha mai dimenticato, come tutti gli ex che hanno onorato e rispettato la maglia in un calcio che si distingueva per l’attaccamento ai colori sociali e la professionalità sopra ogni cosa, in campo e fuori.