Calabria, industria in frenata, agricoltura in calo, bene le costruzioni e i servizi. Ma l’andamento è lento

Sono questi i principali fattori che hanno caratterizzato l'economia della Calabria nel 2022 secondo il rapporto della Banca d'Italia presentato nei giorni scorsi nella Filiale di Catanzaro

Nel 2022 è proseguito il recupero dell’economia calabrese dopo la crisi Covid 19. Cresce poi il settore dell'energia da fonti rinnovabili. migliorano i dati del mercato del lavoro

CATANZARO - Industria in frenata, agricoltura in calo, bene le costruzioni e i servizi, cresce poi il settore dell'energia da fonti rinnovabili e migliorano i dati del mercato del lavoro. Sono questi i principali fattori che hanno caratterizzato l'economia della Calabria nel 2022 secondo il rapporto della Banca d'Italia presentato nei giorni scorsi nella Filiale di Catanzaro.

“Nel 2022 è proseguito il recupero dell’economia calabrese dopo la crisi Covid 19. Sulla base dell’indicatore Iter della Banca d’Italia, l’attività economica in Calabria sarebbe cresciuta del 3 per cento rispetto al 2021, un dato tuttavia inferiore a quello registrato nel Mezzogiorno e in Italia e ancora insufficiente a consentire il recupero dei livelli pre-pandemia, che sono stati invece superati nelle aree di confronto”. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel periodico rapporto sull’economia della Calabria.

La dinamica del valore aggiunto - scrive in premessa Bankitalia - è stata eterogenea tra settori. In termini reali l'andamento è stato migliore nei servizi, che hanno beneficiato del recupero del comparto turistico e della ripresa dei consumi dopo l'emergenza pandemica, e nelle costruzioni. L'attività ha ristagnato nell'industria in senso stretto, che ha maggiormente risentito della crisi energetica; è risultata in calo nel settore agricolo, che sconta ancora l'elevato sbilanciamento del comparto verso alcune produzioni tradizionali”. In particolare, per quanto riguarda il turismo, la Banca d'Italia cita i dati dell'Osservatorio della Regione Calabria, dai quali emerge che "nel 2022 le presenze sono aumentate del 28% rispetto all'anno precedente, risultando comunque ancora inferiori di circa un quarto rispetto al 2019".  Nel complesso - prosegue Bankitalia - "gli investimenti sono cresciuti soprattutto tra quelli mirati a migliorare l'efficienza energetica o incrementare l'utilizzo e la produzione di energia rinnovabile, che potrebbero ulteriormente rafforzare la transizione già in atto verso tali fonti di energia".

In Calabria in particolare la quota di consumi di energia coperta da fonti rinnovabili è aumentata dal 33,3% al 40% nel 2019 e si è registrata una crescita del 20% della potenza degli impianti alimentati da Fer. Per quanto riguarda il mercato del lavoro calabrese per Banca d'Italia "è proseguita la ripresa post pandemica: in particolare nel 2022 il recupero dell'occupazione si è esteso anche alla componente del lavoro autonomo. L'andamento congiunturale ha favorito principalmente il settore dei servizi e quello delle costruzioni: quest'ultimo in prospettiva potrebbe essere ulteriormente rafforzato dall'attuale delle opere previste nel Pnrr”. Sul piano numerico, si segnala che il numero di occupati è aumentato dell'1,5% rispetto all'anno precedente (anche se è un incremento inferiore a quello medio nel Mezzogiorno in Italia) e che il tasso di disoccupazione è sceso al 14,6% (era il 21% nel 2029). 

L’INFLAZIONE

A dicembre 2022 l'inflazione in Calabria era attestata all'11,2%, di poco inferiore alla media nazionale. Nei primi mesi di quest’anno l'inflazione si è ridotta, pur rimanendo su livelli elevati nel confronto storico. A marzo 2023 in Calabria l'indice dei prezzi risultava in crescita del 6,9% sui dodici mesi: il calo rispetto ai valori di fine 2022 è riconducibile essenzialmente alla riduzione dei prezzi dei beni energetici. 

“Dalla metà del 2021 in tutte le regioni italiane si è registrato un forte aumento dei prezzi al consumo, sospinto dal rincaro delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche e alimentari, e dall'emergere di strozzature dal lato dell'offerta a livello mondiale che si sono riflesse in maggiori costi per le imprese – legge nel report -. Nonostante i numerosi interventi governativi volti a mitigare i rincari, nel 2022 l'inflazione è ulteriormente cresciuta risentendo degli effetti dell'invasione russa in Ucraina. A dicembre 2022 in Calabria l'inflazione sui dodici mesi, misurata dall'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), si è attestata all'11,2%, un dato solo leggermente inferiore alla media nazionale”. 

L'aumento dei prezzi, che ha interessato tutte le principali voci di spesa, è stato determinato soprattutto “dai prodotti alimentari (che hanno contribuito alla variazione per 3,2 punti percentuali) e delle spese per abitazione e utenze (5,5 punti). Quest'ultima componente include beni energetici comune energia elettrica e gas, i cui prezzi al consumo ranno più che raddoppiati rispetto al dicembre 2021".

Quanto al Reddito di cittadinanza "a dicembre 2022 secondo i dati Inps circa 74.700 famiglie calabresi hanno percepito l'RdC e quasi 5.900 la pensione di cittadinanza, per un totale pari al 10,2% dei nuclei residenti in regione, contro il 4,5% a livello nazionale. Anche a seguito della risalita dei livelli occupazionali- spiega Bankitalia -  il numero complessivo di famiglie beneficiarie è diminuito del 9,1% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, un calo però meno intenso che nel Paese (-15)". 

LE GARE DEL PNRR

"Ad aprile 2023, le gare bandite dalle amministrazioni locali calabresi e relative al Pnrr sono stimabili in circa 764 milioni, corrispondenti al 26% degli importi che queste dovranno porre a gara, un dato in linea con il resto del Paese e superiore alle regioni del Mezzogiorno (21%)", scrive ancora la Banca d'Italia nell'annuale rapporto sull'economia della Calabria.

Con riferimento al Pnrr, la Banca d'Italia ricorda che "alla data del 22 maggio risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici circa 5 miliardi per interventi da realizzare in Calabria, il 4,4 per cento del totale nazionale. I fondi finora assegnati, in rapporto alla popolazione, sono superiori alla media nazionale: 2.265 euro pro capite contro 1.911". Nel confronto con la media nazionale - spiega la Banca d'Italia - "la missione 1 transizione digitale mostra una quota maggiore di assegnazioni (18,8 per cento in Calabria, contro il 10,6 per cento in Italia), mentre risulta inferiore la quota relativa alle infrastrutture per la mobilità (missione 3), pari in Calabria al 13,7 per cento (21,7 per cento in Italia). Rispetto alle risorse assegnate, risultavano avviate gare in misura maggiore per gli interventi di transizione ecologica (missione 2), pari a circa il 55 per cento, una percentuale superiore a quella delle aree di confronto; gli interventi relativi alle altre missioni hanno invece mostrato uno stato di avanzamento della spesa contenuto, anche se generalmente in linea con la media del Mezzogiorno". Secondo Bankitalia "ipotizzando la piena additività degli interventi finanziati dai piani rispetto al livello ordinario della spesa rappresentato dalla media pre-pandemica, i Comuni calabresi dovrebbero incrementare la capacità di spesa di una percentuale compresa tra il 94 e il 125 per cento, a seconda dell’anno considerato".

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