Imprese confiscate alla criminalità organizzata, il progetto per favorirne il reinserimento

Gli esiti del lungo lavoro portato avanti dalla Camera di Commercio hanno trovato, infine, sistemazione in una serie di quaderni tematici, in cui sono presentati gli obiettivi e le esigenze rispetto al tema trattato e sono illustrate le proposte emerse dal confronto, con a corredo una appendice economico-statistica e delle schede normative.

Si è concluso il progetto Open Knowledge finanziato con il Pon Legalità. Sono 24 le aziende sottoposte a confisca nella provincia di Catanzaro. Falbo: «Necessario restituirle all’economia sana»

CATANZARO - Sono complessivamente 24 le aziende confiscate alla criminalità organizzata nella provincia di Catanzaro, per lo più nel settore delle costruzioni e del commercio. Il 33,3% risulta non più attivo, il 37,5% ancora in esercizio, il 25% con procedure concorsuali in corso e il 4,2% con attività sospese. 

È questo il contesto formativo e informativo entro cui si è mosso il progetto Ok Open Knowledge - finanziato dal PON Legalità 2014_2022 e realizzato da Unioncamere e Sicamera con il coinvolgimento territoriale delle Camere di Commercio – con l’obiettivo di favorire azioni volte alla restituzione al mercato legale delle imprese sottoposte a confisca.

Il progetto ha avuto quale principale obiettivo quello di diffondere la conoscenza dei contenuti e le modalità di accesso al portale “Open data Aziende confiscate” e incentivare l’utilizzo dei dati. Il format si è sviluppato in due fasi: la prima con funzione promozionale e di incentivo alla conoscenza per poi dipanarsi in una serie di webinar e di laboratori aventi temi specifici: analisi del contesto esterno, tecniche di analisi delle aziende confiscate (estendendo l’analisi anche alla fase del sequestro), accesso ai finanziamenti, costruzione di reti, partnership pubblico-privato, monitoraggio civico, modalità di restituzione delle aziende all’economia legale, proposte migliorative del funzionamento dei tavoli provinciali istituiti nelle prefetture.

Il progetto è arrivato nei giorni scorsi a conclusione e nella sede dell’ente camerale di Catanzaro si è svolto il convegno finale coordinato dalla referente dott.ssa Raffaella Gigliotti che, dopo aver portato i saluti del segretario generale Bruno Calvetta, ha illustrato l’approccio che ha deciso di abbracciare l’ente camerale nello svolgimento del progetto: una vision innovativa che punta alla diffusione della cultura quale principale leva di sviluppo ma, soprattutto, per il contrasto all’illegalità.

«I laboratori svolti a Catanzaro si sono focalizzati sul concetto di culturalizzazione del territorio come approccio inedito e identitario al tema della valorizzazione delle aziende confiscate e nel solco della diffusione della cultura della legalità» ha spiegato Raffaella Gigliotti. «L’affermazione della cultura di impresa come strumento per contrastare l’illegalità».

L’iniziativa ha permesso di attivare uno scambio proficuo fra esperti facilitatori e partecipanti, espressione di istituzioni governative, forze dell’ordine, ordini professionali, associazioni di categoria, organismi del terzo settore; tutti direttamente o indirettamente impegnati nell’azione di contrasto all’illegalità e nella valorizzazione e gestione delle aziende confiscate.

All’evento conclusivo hanno partecipato anche Stefania Pellegrini, docente dell’università di Bologna e Mario Caligiuri, ordinario di Pedagogia della comunicazione all’Unical di Cosenza, che hanno illustrato gli esiti delle attività laboratoriali mentre le analisi di approfondimento sono state elaborate da Paolo Cortese del Centro Studi Tagliacarne. A tirare le somme del progetto Giuseppe Del Medico, responsabile del progetto Unioncamere nazionale che ha sottolineato anche l’importante ruolo di supporto svolto dal sistema camerale proprio per consentire il riutilizzo e il reintegro delle imprese confiscate nel mercato legale, che va oltre gli adempimenti procedurali relativi al registro imprese, comprendendo l’attività di monitoraggio.

Ad apertura dei lavori è intervenuto il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo, che non ha mancato di sottolineare come «sia necessario non disperdere il patrimonio di competenze acquisito dalle imprese sottoposte a confisca. Iniziative come queste servono a creare percorsi virtuosi di recupero delle attività imprenditoriali verso circuiti sani e utili al nostro sistema produttivo».

Gli esiti del lungo lavoro portato avanti dalla Camera di Commercio hanno trovato, infine, sistemazione in una serie di quaderni tematici, in cui sono presentati gli obiettivi e le esigenze rispetto al tema trattato e sono illustrate le proposte emerse dal confronto, con a corredo una appendice economico-statistica e delle schede normative. 

Quello specifico sull’esperienza della sede catanzarese della Camera di Commercio e del suo territorio di riferimento è titolato “Analisi del contesto esterno per la definizione dei fattori di localizzazione delle aziende confiscate per supportare l’azione di analisi del rischio”. La destinazione dei quaderni, in particolare, è quella rappresentare ai tavoli di sviluppo, ai diversi livelli istituzionali, le istanze di ogni singola realtà provinciale così come, lo scenario italiano nella sua unitarietà, come concreta e utile piattaforma programmatica.

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