Una serie A edizione 2024/25 che parlerà sempre più in “Nordese”. Quasi il 50% delle società della massima serie verranno supportate da fondi stranieri che si lanciano alla conquista del mondo pallonaro del Bel Paese, partendo anche dalla serie cadetta ed in qualche caso anche in serie C. Dopo Parma e Como, è il Venezia a staccare il biglietto per il paradiso ai danni della Cremonese di Stroppa che, dopo il poker molto "generoso" rifilato alle Aquile, rimanda i sogni di promozione alla prossima stagione. I rimpianti sono sempre sterili ed a poco valgono per mutare gli eventi, ma dopo la performance offerta in laguna dalle finaliste playoff, nella mente del Popolo giallorosso avrà fatto capolino più di un pensiero.
Ma è il momento di voltare pagina e guardare avanti con le certezze del recente passato. Una su tutte la presenza di una proprietà indigena e solida che si è battezzata alla cadetteria con successo: un valore inestimabile per un simbolo regionale che è tornato in serie B dopo ben diciassette anni. I timori, comprensibilissimi, erano tanti, ma i fatti hanno premiato un percorso, quello giallorosso, di programmazione, giungendo ad esorcizzare timori reverenziali verso squadre blasonate ed attrezzate al salto di categoria. Se pensiamo che il Parma nell’ultimo biennio ha investito un capitale pari ad ottanta milioni, il quinto posto conquistato dai giallorossi al loro primo anno appare come un vero e proprio miracolo. Ma non solo "Tardini", anche "Barbera" e "Marassi" stadi gloriosi violati con merito dai giallorossi del patron Noto, guidati dall'allenatore del momento, Vincenzo Vivarini.
Ci si accinge pertanto a vivere una settimana fondamentale per la pianificazione del futuro della stagione 2024/2025 con il Presidente Noto che, nelle interviste rilasciate, ha rimarcato la sua serenità nell’operare e l’assoluta sintonia con il management e con lo stesso Vivarini, legato ai giallorossi da un altro anno di contratto con un’opzione per il successivo. Ora si dovrà semplicemente attendere la voce ufficiale, nella consapevolezza di quanto il mister rappresenti per il Catanzaro e quanto il Catanzaro rappresenti per il mister, come nel migliore dei rapporti simbiotici. Saggio sarebbe, per quanto il condizionale è sempre d’obbligo, ripartire nel segno di un progetto dove dirigenza e staff tecnico hanno dimostrato di essere una forza: ad oggi i contratti dei due direttori Foresti e Magalini sono in scadenza al 30 giugno, ma tutto lascia pensare (e sperare) che si opererà anche qui nel segno della continuità. Il dopo Padova ha insegnato come semplicemente rilanciare l'idea vincente è già metà dell'opera e allora Catanzaro, prendi in prestito il famoso titolo del film del buon Troisi e...ricomincia da tre. D'altronde, il momento di un restyling non sembra arrivato: il ciclo delle Aquile non può assolutamente definirsi finito, almeno finché l'obiettivo finale non sarà centrato.
Ed allora, lasciamo che l’eco dell’entusiasmo si rinnovi nel segno della continuità perché l’asticella si è inevitabilmente alzata, per un nuovo percorso magico costruito su vecchi e nuovi protagonisti, con una certezza: il Catanzaro è tornato!
Avanti tutta Aquile, riscriviamo il nostro futuro!